Carlotta Frattini – Franco Frattini, eminente politico e magistrato romano, è nato il 14 marzo 1957 ed è morto il 24 dicembre 2022.Dal 1996 in FI, è stato deputato fino al 2004. Successivamente è stato nel PdL dal 2008 al 2013.
Ha una vasta esperienza nella politica europea, essendo stato ministro degli Esteri sotto Berlusconi II e Berlusconi IV , nonché commissario europeo alla Giustizia sotto Barroso I . È stato un leader efficace durante il suo mandato come presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale dal 2012 e del Consiglio dei Stato nel 2022.
Informazioni di base
Dopo aver terminato gli studi liceali presso il liceo classico “Giulio Cesare” di Roma, Frattini frequentò l’Università “La Sapienza” per diventare avvocato. Mentre era iscritto al partito in Italia, ha curato come segretario la Federazione giovanile socialista italiana .
Dal 1984 fino alla nomina a magistrato al TAR Piemonte nel 1998, ha esercitato la professione di avvocato . Divenne Consigliere di Stato e nel 1986 fu designato Consigliere Giuridico dal Ministero del Tesoro.Riccardo Barenghi, ex direttore de Il Manifesto, avrebbe iniziato la sua carriera politica negli anni ’70 e ’80 come membro del gruppo dirigente dei comunisti extraparlamentari .
Tale ricostruzione venne però successivamente smentita dalla stessa pubblicazione. Durante il suo mandato sotto il sesto governo Andreotti, tra il 1990 e il 1991 ha consigliato in materia giuridica Claudio Martelli. Il vicepresidente del Consiglio era Martelli.
Un funzionario del governo Dini
Dal 1994 al 1996 è stato segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri nel primo governo Berlusconi. È stato nominato ministro dei Servizi pubblici e degli affari regionali dopo la caduta del primo governo Berlusconi nel gennaio 1995 e l’avvento del secondo governo Dini. Rimase in quel ruolo fino al marzo 1996.
Quelli della Camera che sostengono Forza Italia
È stato candidato del Polo pro le Libertà nel 1996 nella lista Forza Italia. Nel suo collegio elettorale fanno parte le città di Bolzano e Laives, dove ha vinto le elezioni.Dal 1996 al 2001 è stato presidente della commissione parlamentare di supervisione dei servizi segreti grazie al voto unanime sia della maggioranza che dell’opposizione.Il suo mandato come consigliere comunale di Roma iniziò nel novembre 1997 e terminò nell’agosto 2000.
Membro del collegio CONI che ha riscritto la Carta Federale dell’Economia Italiana dal 1999 al 2011, ha collaborato con i giuristi Andrea Manzella e Lamberto Cardia.Il suo mandato da deputato è iniziato nel maggio 2001 ed è terminato nel novembre 2004 per incompatibilità; al momento della sua elezione aveva ottenuto il 42,0% dei voti nella circoscrizione proporzionale Veneto 2.
La Casa delle Libertà e altri gruppi di estrema destra appoggiarono la sua candidatura alla Camera nel collegio elettorale di Bolzano, che contava un solo deputato, nel 2001 . L’agente dell’Ulivo Gianclaudio Bressa era suo avversario.Nominato ministro della Pubblica Amministrazione nel 2001, ha iniziato la sua attività nel governo Berlusconi II.
Sembrava che questa giovane donna non avrebbe mai potuto farlo Monzi e Casini inizialmente pensavano che la ragazza che parlava con Emanuela alla fermata dell’autobus fosse Laura Casagrande, un’altra compagna di classe mora di Emanuela. Per controbattere, Laura Casagrande ha detto che stava camminando lungo Corso Rinascimento mentre Emanuela, Casini e Monzi la seguivano da vicino.
Casagrande individuò Emanuela alla fermata 70 e si voltò per vedere se la stesse ancora seguendo mentre si avvicinavano alla fine di Corso Rinascimento. Tuttavia non era più visibile. Secondo quanto dichiarato da Casagrande, non ha potuto parlare con Orlandi fuori dalla fermata dell’autobus.
Suor Dolores, preside della scuola, è riuscita a identificare la studentessa scomparsa, a interrogarla e a organizzare un confronto tra la ragazza e Casini nei giorni successivi alla sua scomparsa, come testimoniato da Maria Grazia Casini davanti alla Squadra Mobile della Roma a luglio.
22, 1983. Tuttavia, alla suora non fu mai chiesto il nome della ragazza, e non furono mai poste ulteriori domande sull’argomento, quindi la sua identità rimase un mistero. Secondo la deposizione di Casini, la donna in questione lo avrebbe informato che lei ed Emanuela erano salite sull’autobus accanto a Casini e Monzi.
Si inseguirono poi lungo Corso Rinascimento fino a raggiungere Corso Vittorio Emanuele II, dove poi si separarono. Quel giorno, dopo la scuola, Emanuela aveva un appuntamento con una cerchia di amici – tra cui sua sorella Maria Cristina – davanti a Castel Sant’Angelo, quindi la sua testimonianza diventa pertinente all’inchiesta.
Alla fine sarebbero tornati a casa loro in Vaticano. Ha mancato il turno ed è andata a sud in corso Rinascimento e poi in corso Vittorio dopo essere uscita da scuola; il percorso corretto sarebbe stato a nord verso il Tevere e Castel Sant’Angelo.
Se la testimonianza della ragazza anonima sul comportamento di Emanuela fosse stata vera, sostiene Casini, la ragazza si sarebbe comportata in modo esattamente opposto. Maria Grazia Casini affermò di non conoscere la ragazza in questione e di non ricordarne il nome, ma nessuno dei successivi interrogatori di suor Dolores prevedeva la richiesta del nome della ragazza.
Una valutazione preliminare
Quando Ercole Orlandi non vide la figlia tornare a casa, lui e suo figlio Pietro iniziarono a perlustrare il quartiere e la scuola di musica per cercarla. Fu da loro chiamato il preside dell’istituto; ha fornito i recapiti di alcuni compagni di classe di Emanuela ma ha consigliato loro di astenersi per il momento dal contattare le autorità.
Eppure, dopo la scomparsa di Emanuela, Ercole Orlandi non ha perso tempo a denunciare l’accaduto al commissariato “Trevi” di piazza del Collegio Romano. Qualcuno gli ha suggerito di astenersi dal denunciare la ragazza fino a quando lei fosse uscita a cena con gli amici e si fosse dimenticata di chiamare a casa. All’Ispettorato di Pubblica Sicurezza “Vaticano” la mattina successiva, 23 giugno, la sorella Natalina la informò formalmente della situazione.
Pietro, il fratello di Emanuela, e alcuni altri si recarono nella zona intorno al Senato il 23 giugno, che era l’ultima ubicazione conosciuta della donna. Dato che quel giorno le telecamere di sicurezza del Senato non funzionavano, i ragazzi si sono rivolti a un agente della Polizia di Stato e ad un vigile urbano per chiedere aiuto.
Entrambi gli uomini avevano lavorato quel pomeriggio e quella sera. Entrambi i testimoni oculari hanno detto di aver sentito una donna in una BMW nera adulare un giovane che somigliava proprio a Emanuela; tuttavia, non è mai stato confermato se fosse o meno il vero affare. L’ufficiale è stato interrogato dalle autorità mentre iniziavano a indagare sulla scomparsa.
Nella sua descrizione, l’uomo era alto 1,75 metri, era magro, ben vestito e aveva un viso lungo e calvo. Aveva tra i 30 ei 35 anni. L’uomo, ha continuato, si sarebbe presentato a bordo di una Bmw Touring color verde tundra.
La polizia avrebbe notato un oggetto di grandi dimensioni nelle mani dell’uomo, il che farebbe pensare che portasse uno zaino. La ragazza è scomparsa il 24 giugno e due giornali romani, Il Tempo e Il Messaggero, hanno pubblicato una richiesta di aiuto da parte della famiglia con i dettagli per contattarla. Anche la somiglianza della ragazza è stata incorporata nelle storie.
Le conversazioni tra “Pierluigi” e “Mario”
Il 25 giugno gli Orlandi riuscirono finalmente, dopo molteplici tentativi inattendibili, a raggiungere un giovane chiamato “Pierluigi”. A Campo de’ Fiori, lui e la sua ragazza hanno incontrato due ragazze dopo averle presentate. Barbara, una suonatrice di flauto, accompagnava uno di loro mentre vendeva cosmetici.
Inoltre, “Pierluigi” ha sollevato il fatto che “Barbara” ha rifiutato la possibilità di suonare il flauto perché sentiva il bisogno di indossare gli occhiali, che pensava fossero brutti. Ha continuato dicendo che un modello Ray-Ban, come quello indossato dalla presunta fiamma di “Pierluigi”, sarebbe stata la sua prima scelta.
Tre ore dopo, “Pierluigi” ha risposto alla chiamata e ha spiegato che gli occhiali di “Barbara” erano “a forma di goccia, per correggere l’astigmatismo”. Ciononostante, insisteva nel rifiutarsi di incontrare i familiari di Emanuela o di presentarli alla sua fidanzata, affermando che questa era inaffidabile e distratta. La famiglia accettò queste affermazioni perché Emanuela era astigmatica, si vergognava di portare gli occhiali e sapeva suonare il flauto.
Mario Meneguzzi, zio della ragazza, ha ricevuto una telefonata da “Pierluigi” ancora il 26 giugno. Pierluigi” ha fornito alcune prime informazioni, tra cui la sua età e il fatto che lui e i suoi genitori avevano cenato in un ristorante sulla spiaggia. in quel particolare giorno. Soprattutto fece sapere a tutti che “Barbara” avrebbe dovuto essere la fioraia al matrimonio di sua sorella a settembre, ma rifiutò l’occasione di incontrare il suo futuro marito.
di Emanuela o di aiutarla a localizzare Emanuela. “Pierluigi” ha spaventato l’uomo con la sua audace domanda sul suo sacerdozio quando ha proposto di incontrarsi a casa dei genitori della ragazza in Vaticano. Gli investigatori ritrovarono Pierluigi M., un ragazzo che conosceva Emanuela e che in quel momento si trovava nella località balneare di Ladispoli, ma che fu ritenuto estraneo ai fatti.
Che gli Orlandi fossero anche cittadini del Vaticano era ovviamente noto al Pierluigi in questione in quanto cittadino vaticano egli stesso. Quindi, chiedere a suo zio del suo lavoro di prete sarebbe stata una perdita di tempo.