Daniela Zedda Malattia – Daniela Dessì, cantante italiana, è nata a Genova il 14 maggio 1957 e è morta a Brescia il 20 agosto 2016. Ha iniziato la sua carriera come concertista e interprete di musica sacra dopo aver studiato canto e pianoforte presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Si è poi specializzato in canto da camera presso l’Accademia Chigiana di Siena.
Al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, ha debuttato nel 1978 nel ruolo di Serpina ne La servi padrona di Pergolesi. Al Concorso Internazionale di Voci Nuove “Maria Callas” del 1980, indetto dalla Rai, arrivò in finale. Da Monteverdi a Prokofiev, passando per le eroine dell’epoca barocca, mozartiana, belcantistica, verdiana, pucciniana e verista,
il suo repertorio è cresciuto fino a includere oltre 70 titoli, che ha cantato sui palcoscenici di tutto il mondo. Il tempo passò e iniziò a recitare in ruoli più seri nell’opera italiana, come Turandot , Gioconda e Norma , tutti al Teatro Carlo Felice di Genova. Il suo repertorio comprendeva anche ruoli lirici e di soprano lirico.
Tra le collaborazioni più interessanti, quella con il Teatro alla Scala di Milano con Riccardo Muti e anche Adriana Lecouvreur, Madama Butterfly, Tosca, Otello, la Staatsoper di Vienna con Claudio Abbado , il Metropolitan di New York con James Levine , la Deutsche Oper di Berlino con Giuseppe Sinopoli , la Bayerische Staatsoper di Monaco con Zubin Mehta , Opera di Roma , Teatro Comunale di Bologna, Rossini Opera Festival di Pesaro, Arena di Verona.
Daniela Dessì si è recentemente impegnata a pieno titolo nel campo dell’educazione. Lei e Umberto Ceriani, attore teatrale, si sposarono nel 1986, anche se poi divorziarono. Le speculazioni su una relazione con il tenore Fabio Armiliato risalgono al 2000. I due cantanti condividevano spesso il palco, e fu proprio Armiliato a dare la notizia della sua morte prematura dopo una malattia “breve, terribile e incomprensibile”.
Notoriamente ha ritratto Maria Lai in una delle sue foto. Icona dell’arte sarda con in mano una pistola. Caos, disprezzo e spensieratezza. Ieri mattina è morta Daniela Zedda, fotografa cagliaritana di 64 anni. Questo scatto illustra perfettamente il suo lavoro.
L’immagine significava studio e interazione per Daniela, che vedeva la narrazione come una forma d’arte meno interessata alla creazione estetica e più interessata allo spirito umano. Ha fatto una rara apparizione televisiva e ha dichiarato: “Osservo, parlo, aspetto”. Sarò presente quando gli individui smetteranno di agire e abbracceranno il loro sé autentico. Rivelando chi sono veramente.
Quando iniziò, quasi per sbaglio, da giovane, Cagliari era deliziosamente affollata di musicisti jazz. Una donna che vive in una società in cui predominano gli uomini. Era pronta a catturare le guance scarlatte di Miles Davis, lo sguardo concentrato di Miriam Makeba e le mani di tromba di Dizzie Gillespie come nessun altro, quindi ha trascinato le sue pesanti scene sotto il palco.
Queste erano immagini rapide scattate mentre la performance si svolgeva sul palco. Quegli scatti, nel frattempo, erano tutt’altro che casuali; Daniela Zedda li inseguiva con la concentrazione intensa di una cercatrice di perle. Ascolta musica per giorni in preparazione allo scontro, eppure ci riesce.
Era tutto preordinato nella sua testa; aveva solo bisogno di trovare il momento perfetto per realizzare il suo sogno e raccontarlo al mondo. In una continua ricerca dell’eccellenza, farà pubblicare le sue immagini jazz nel libro Solitude di Imago Mulimedia, insieme a testi di Giuseppe Videtti.
Eventi culturali sardi come Tuttistorie a Cagliari e L’Isola delle Storie a Gavoi hanno inaugurato il mondo dell’arte e della letteratura come naturale progressione dalle creature sacre della musica. Parigi, Budapest, Praga e New York sono solo alcuni dei luoghi in tutto il mondo che hanno ospitato mostre itineranti delle sue fotografie.
Non solo era un regista indiscutibile, sempre in sintonia con l’altro, e affidata la grande originalità dell’ambientazione, ma i ritratti si distinguevano per la loro capacità di armonizzare anche gli sguardi più strani e cupi. Anche gli scrittori, i filosofi e i maîtres à penser più scontrosi volevano la sua foto, cosa che la fece ridere alla loro ironia.
Essere gentili era la qualità più importante, che andava di pari passo con l’essere belli. Sono in grado di cogliere le caratteristiche, le curve e i punti salienti di una persona solo fissandola in faccia. Successivamente, imparerai come posare, gesticolare e agire mentre sei di fronte alla telecamera. Ascolta semplicemente l’armonia e quell’esatta ripresa costante.
Ha avuto un profondo legame con Antonio Marras e il suo studio pionieristico ha portato nuova vita alla Sardegna,un regno antropologico e culturale che non si è mai ridotto a leggenda folcloristica ma è stato invece ricreato dai maggiori artisti dell’isola.
Questo argomento persistette in tutto il suo lavoro. Uno dei lavori più recenti potrebbe essere stato più di una coincidenza; rifletteva sulla vita e rendeva omaggio ai centenari della Sardegna. I testi di Marcello Fois per il libro Senes sono stati spinti da una domanda esistenziale di cui si era preoccupata di recente.
Come puoi rimanere forte dopo aver affrontato le sfide dei tuoi amici più cari, dei tuoi affetti più profondi e perfino della tua stessa esistenza? Chiunque non abbia un profondo apprezzamento per la vita troverà questa domanda poco interessante. E può trasformarlo in visioni sospese e senza tempo, fugaci e permanenti.
Non è stato un gesto da poco che questo sia stato regalato come regalo d’addio a Daniela Zedda. Rispondendo alla domanda se avesse mai catturato immagini all’insaputa dei soggetti, ha affermato: “Per me non esistono scatti rubati perché rubare è l’opposto di donare”. La mia carriera fotografica, che vedevo come un dono, è andata in frantumi.
È morta a Cagliari la fotoreporter Daniela Zedda, 64 anni. La malattia la accompagnava da molto tempo. Il suo obiettivo ha fatto un lavoro magnifico catturando le attività culturali dell’isola, di cui l’Italia e la Sardegna hanno potuto ammirare.Importanti giornali e riviste nazionali hanno pubblicato le sue foto. L’Espresso, Il Manifesto, Musica Jazz, Gioia, Epoca e L’Europeo sono solo alcune delle tante pubblicazioni che rientrano in questa categoria.
La sua somiglianza ha abbellito le copertine di libri, pubblicità editoriali e CD in più occasioni. In onore della loro relazione e del lavoro svolto, lo scrittore Massimo Carlotto ha pubblicato una loro istantanea su Facebook.
Sono successe cose più strane alla nostra cara amica e talentuosa fotografa, Daniela Zedda. Oltre alla moda e al giornalismo, il tuo lavoro comprende ritratti letterari. Ricorderò la dedizione di Daniela alla fotografia come forma d’arte anche quando i suoi ricordi più privati svaniranno.
Aveva un talento notevole per la composizione musicale. La precisione era della massima importanza e nessuno scatto veniva mai effettuato con noncuranza. Eccone uno che ho condiviso qualche tempo fa. Cercavamo da tempo la luce ideale per il portico. Il sole dovrebbe sempre splendere su di te, amica mia.
Daniela Zedda, fotografa, è morta a Cagliari dopo una lunga malattia. La sua età era 64 anni.Dal 1983 è fotoreporter per il quotidiano sardo L’Unione Sarda ed è conosciuta come fotografa di spicco nella sua isola natale.
Dall’incontro tra sensibilità per il mondo dell’arte, competenza tecnica e istinto psicologico nasce così un ritratto imponente e molto apprezzato; da allora è stato incluso in una serie di prestigiose mostre e pubblicazioni italiane.
Può vantarsi che i suoi ritratti abbiano abbellito le copertine di libri, riviste e CD musicali.Television Sorrisi e Canzoni, Vogue Casa, Panorama, Abitare, Le Monde, Il Manifesto, Il Sole 24 ore, La Repubblica, L’Espresso, Il Corriere della Sera e Performing Arts Journal sono tra i rinomati giornali e pubblicazioni nazionali che hanno presentava le sue immagini.
Alcune delle sue altre pubblicazioni di spicco sono Vera, L’Europeo, Gioia, Epoca e Musica Jazz. Lo studio fotografico gestito da Grazia Neri era quello al quale sei legato. Il festival letterario per ragazzi Tuttistorie a Cagliari e il festival Isola delle storie di Gavoi in Sardegna sono solo due dei festival per i quali ha fornito la fotografia.Zedda ha insegnato anche al Liceo Artistico di Cagliari e alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Cagliari.
“CI MANCHERETE”, le dicono i giornalisti che seguono Giulia. Un giorno all’oggetto, scritto dalla giornalista sarda Giulia, è l’ultimo lavoro professionale di Daniela Zedda. È la testimonianza di un’epoca. Cagliari è mostrata nelle foto, malconcia e abbandonata, immobilizzata dalla pandemia di COVID-19.
Sono raffigurate anche le donne che faticavano senza sosta per rendere sopportabile il dolore. Oggi è venuta a mancare una fotoreporter cagliaritana di 64 anni, Daniela Zedda, e l’Associazione Giornalisti Giuliani le renderà questo onore. Per quarant’anni, questo artista dell’obiettivo ha fotografato celebrità del mondo della moda, della musica, del teatro e della letteratura.
Inoltre, ha assistito alla metamorfosi di piccoli eventi in festival di fama mondiale. Le sue lezioni e il suo esempio professionale hanno aiutato un gran numero di suoi colleghi, abbracciando generazioni. L’esperienza ha riportato Giulia alle sue radici di fotoreporter.
Ha fatto il suo debutto negli anni ’80, fotografando allo stesso modo vittime e accusati, ed è stata la prima fotografa donna a coprire rispettosamente le notizie di cronaca nera. Era la legittima proprietaria del documento storico,
e le immagini del sorriso allegro dell’infermiera esausta e della donna rom nella sua baracca rimarranno impresse nella mente delle donne che hanno vissuto l’era del Covid. Wow, Daniela, sei stata jsemplicemente fantastico.