Quanti Anni Hanno I Figli Di Piero Sansonetti – Scritto e originario di Roma, Piero Sansonetti è un giornalista, scrittore ed esperto italiano. Una linea di discendenza è dell’economista Antonio De Viti De Marco, e l’altra è del barone e scrittore salentino Girolamo Comi. La sua adesione al PCI iniziò nel 1971 e durò fino alla scomparsa del partito.
Durante i suoi anni di leadership, ha supervisionato la divisione universitaria romana. Ha iniziato a lavorare all’Unità nel 1975, inizialmente come cronista, poi come caporedattore, commentatore politico e analista politico. Tra il 1990 e il 1994 è stato vicedirettore e co-editore del giornale.
il terzo Prima di tornare in Italia per riprendere l’incarico di condirettore, nel 1996, ha trascorso alcuni anni negli Stati Uniti, dove è stato corrispondente. La sua attività principale come giornalista e commentatore dal 1998 è stata la politica e l’informazione italiana e internazionale.
Pur non essendo iscritto al Partito della Rifondazione Comunista, è stato direttore della testata del partito, Liberazione, dal 1° ottobre 2004 all’11 gennaio 2009, su richiesta della dirigenza Bertinotti-Vendola. Quando il 12 gennaio 2009 la nuova direzione del partito ha scoperto un deficit di oltre 3,5 milioni di euro, lo ha rimosso dal suo incarico di direttore della pubblicazione.La sua collaborazione con la testata Il Riformista è iniziata nel febbraio 2009.
Il quotidiano regionale Calabria Ora lo ha alla direzione dal 24 luglio 2010.Contribuì a fondare la nuova pubblicazione di sinistra Gli Altri quando finì il suo periodo con Liberazione; ora ha un numero di lettori compreso tra trenta e quarantamila. Dopo due non numeri – di cui il primo distribuito a Roma il 4 aprile 2009 in occasione della manifestazione nazionale della CGIL “Futuro sì, indietro no” – è uscito il primo il 12 maggio 2009.
A dicembre 2009 il il giornale veniva pubblicato settimanalmente a causa di vincoli finanziari . Successivamente si è ampliato fino a includere un’edizione online, Gli Altri Online – La Sinistra Quotidiana, rimasta online fino al 30 maggio 2014.Distribuita per la prima volta il 18 giugno 2014, è stata la pubblicazione di ispirazione garantista Cronache del Garantista.
Una redazione ha sede in Campania, tre in Calabria e una a Roma. In seguito all’incasso di 700.000 euro in donazioni pubbliche da parte del Fondo Editoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’avventura del quotidiano si è conclusa il 15 febbraio 2016 quando il tribunale di Roma ha dichiarato fallimento. Nonostante l’accesa opposizione della Nazionale Associazione Forense, ha curato il lancio della nuova testata affiliata alla scienza forense Il Dubbio di Bolzano dal 12 aprile 2016 al 29 marzo 2019 .
Durante il mandato di Sansonetti come direttore de Il Dubbio, il giornale assunse una posizione molto di sinistra e antagonista nei confronti del governo Conte I. Di conseguenza, Carlo Fusi è subentrato alla redazione dal 2 aprile 2019, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Dopo una pausa, è stato nominato direttore del rinnovato quotidiano Il Riformista il 29 ottobre 2019.È da tempo analista politico fisso di Quarta Repubblica, Zona bianca e Stasera Italia, tra gli altri, di Mediaset. Si è dimesso dalla direzione de Il Riformista nell’aprile 2023, dopo che gli è succeduto Matteo Renzi , e il mese successivo divenne direttore del rilanciato quotidiano l’Unità.
Biografia personale
Lo scrittore del Partito Comunista Italiano Renato Mieli è nato a Milano nel 1949 da genitori cristiani. La sua famiglia si è trasferita dall’Egitto; puoi trovare Mielis in tutto il Mediterraneo, anche a Malta. Suo padre era ebreo. All’età di sette anni, vide i suoi genitori divorziare. Paolo ha frequentato il liceo classico “Torquato Tasso” di Roma, dove lui e la famiglia si sono trasferiti da Milano.
Lì fu compagno di studi del futuro governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e completò gli studi classici .La sua tesi di Storia moderna e contemporanea, che scrisse sotto la supervisione dello storico fascista italiano Renzo De Felice e del ricercatore del Risorgimento Rosario Romeo, riguardava Giuseppe Bottai e la sinistra fascista. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne.
L’America degli anni Sessanta
Mieli iniziò giovanissimo la sua carriera nella carta stampata, quando, nel settembre del 1967, all’età di diciotto anni, Eugenio Scalfari lo assunse presso L’Espresso. Dal 1968 al 1970 lavorò con Gianni Corbi e dal 1970 al 1984 fu più strettamente legato a Livio Zanetti. Sotto Zanetti sarebbe diventato corrispondente politico coprendo Israele, Vietnam, Spagna, Etiopia, Marocco, Tunisia, Cecoslovacchia e Francia.
Sarà anche codirettore della sezione culturale e sarà redattore centrale insieme ad Alberto Statera, con il quale avrà un’intervista per “Terzo grado. Il suo condirettore dell’epoca, Nello Ajello, disse che Rosario Romeo, professore esigente e insegnante severo, lo vedeva come una promessa. Ha esordito in politica nel 1968 con il movimento militante di sinistra extraparlamentare Potere Operaio.
Quell’epoca chiamata anni ’70
Dopo lo Spilloelli scoppiato nel 1971, fu uno dei numerosi firmatari di una lettera aperta sul settimanale L’Espresso e di un’altra su Lotta Continua di ottobre in cui esprimeva solidarietà ai direttori e ai militanti del giornale di estrema sinistra che si trovavano ad affrontare accuse di istigazione a reati per articoli diffamatori.
Come studente di storia contemporanea all’Università, Mieli ebbe come allievi i già citati Romeo e De Felice, che esercitarono su di lui un’influenza moderata nel passaggio da punti di vista estremisti a moderati nel giornalismo. Parte integrante della sua formazione sarà anche il lavoro del suo direttore de L’Espresso, Livio Zanetti.
Gli anni 2000
Dopo essere stato dipendente del quotidiano torinese La Stampa per la famiglia Agnelli, ne venne nominato direttore il 22 maggio 1990. Con il passaggio di Mieli al Corriere della Sera , il suo stile giornalistico aveva preso forma, che lui neologizzò “mielismo” e che affinava da alcuni anni. Prendendo spunto dal playbook di Mieli a La Stampa, il nuovo direttore punta a portare il giornale della borghesia lombarda nell’era moderna rendendolo più leggibile e divertente con linguaggi, personaggi e temi che prima apparivano solo in televisione e nel gossip tabloid.
Invece di perdere terreno, il Corriere ha rafforzato la sua posizione in seguito al cambiamento. Le indagini sui politici italiani corrotti, note come Tangentopoli, si diffusero a macchia d’olio durante questo periodo politico. Mieli ha cercato di mantenere una ragionevole distanza dai poteri pubblici e privati che controllavano giornali, media e banche Un neologismo creato da Giovanni Valentini, centobottismo, verrà affibbiato alla posizione per la sua apparente inconsistenza. L’incarico di caporedattore del quotidiano lombardo fu ricoperto da Ferruccio de Bortoli il 7 maggio 1997, quando Mieli si dimise.
La svolta del millennio
Dopo la scomparsa di Indro Montanelli, nel settembre 2001, Mieli assume l’incarico di direttore editoriale del Gruppo RCS. Dal settembre 2001 al dicembre 2004 è stato il volto della rubrica quotidiana Lettere al Corriere, in cui coinvolgeva i lettori in discussioni di storia. È stato nominato nuovo presidente della Rai il 7 marzo 2003 dai presidenti di Camera e Senato.
Tutto l’establishment politico italiano è solidale con Mieli dopo la rivelazione della nomina e la successiva comparsa di scritte antisemite sui muri della sede RAI di Milano in Corso Sempione. l’undicesimo A pochi giorni dal suo incarico, Mieli si dimette il 13 marzo per mancanza di sostegno “tecnico e politico” alla sua posizione editoriale, che ritiene essenziale per il successo della carica.
Quando Stefano Folli si dimise dalla direzione del Corriere della Sera il 24 dicembre 2004, ne subentrò nuovamente. Durante la sua visita a Tirana, in Albania, il 2 dicembre 2008 il primo ministro Silvio Berlusconi ha rilasciato una dichiarazione in cui criticava il Corriere della Sera e La Stampa, rispondendo all’aperto sostegno di Mieli al suo avversario Prodi nelle elezioni del 2006 dicendo: “alcuni direttori dovrebbero cambiare lavoro.
Il 30 marzo 2009 il Consiglio di Amministrazione di RCS MediaGroup ha scelto nuovamente Ferruccio de Bortoli come successore, dopo un precedente processo avvenuto nel maggio 1997. Per assumere la carica di presidente di RCS Libri, Mieli si è dimesso dall’incarico di amministratore del quotidiano. 8 aprile 2009.
decennio del 2010
Nonostante Mieli abbia continuato a far parte del consiglio di amministrazione dopo la cessione di RCS Libri a Mondadori , gli è succeduto come presidente Gian Arturo Ferrari. Presso l’Università degli Studi Politici, Economici e Sociali di Milano tiene da tempo il corso “Storia dell’Italia repubblicana”. Fa parte dei comitati scientifici di due fondazioni italiane: la Fondazione SUM, che è associata all’Istituto Italiano delle Scienze Umane, e la Fondazione Italia USA.
Per la programmazione storica di Rai 3 Mieli è un volto noto; è co-conduttore, scrive e commenta programmi come Correva l’anno, La Grande Storia e Passato e Presente, ed è anche uno dei protagonisti del “Progetto Storia” che Pasquale D’Alessandro ha lanciato per Rai 3. Per Rai Storia è stato anche conduttore.
Dirige la collana di saggistica storica I Sestanti per Rizzoli e cura la collana La Storia · Le Storie per BUR. Attualmente collabora con il Corriere della Sera, firmando editoriali di prima pagina e recensioni di pagine culturali. Passato e Presente, programma di Rai Cultura che va in onda dal lunedì al venerdì alle 13.10 su Rai Tre , è stato riconfermato nel 2020 come conduttore. Nel 2019 l’attività di conduttore de La grande storia è arrivata a otto programmi domenicali in prima serata.